7. Alta Via dei Re, tappa 7: dal Rifugio Pagarì a San Giacomo di Entracque
Se la prima parte della discesa si svolge a lungo in ambiente selvaggio, tra cime di 3000 metri, la tappa, e l'intero trekking, si concludono all'interno di un fresco bosco. Spettacolari i faggi monumentali che si incontrano nei pressi delle ex Palazzine Reali, vicino a San Giacomo.
4 I patrimoni da scoprire
- Geologia
Il Pra del Rasur
Il grande pianoro di Pra del Rasur ha avuto origine al termine dell'ultima glaciazione, quando frane cadute dai valloni laterali hanno sbarrato il corso del torrente. I detriti apportati dal torrente stesso, ancor oggi assai tumultuoso, hanno lentamente riempito il bacino fino a formare la piana.
- Fauna
L'allocco
Fra i rapaci notturni l'allocco ricopre un ruolo importante, sia dal punto di vista ecologico sia nell'immaginario umano. E' infatti una delle specie più diffuse e quindi responsabile del controllo delle popolazioni di roditori delle aree boschive. Da parte nostra, spesso confuso con la civetta a causa dei suoi richiami striduli, ha un canto tipico che chiunque riconosce: il tipico canto lugubre da gufo. Si riconosce da gufi e civette per il colore dei suoi occhi: l’iride è completamente scuro. - Storia e percorso storico
Le ex Palazzine Reali di Caccia
Le due grosse palazzine, ora di proprietà di enti religiosi, furono costruite verosimilmente tra il 1865 e il 1870 da Vittorio Emanuele II per i suoi soggiorni all'interno della Riserva Reale di Caccia. Quella di sinistra, con il bel porticato decorato a fasce orizzontali nei colori di Casa Savoia, costituiva la residenza reale vera e propria; quella di destra ospitava le stalle.
La palazzina ospitante le stalle venne poi ceduta all'esercito che la ampliò tra il 1897 e il 1898 e ne ricavò la Caserma principessa Elena. - Flora
I faggi di San Giacomo
Meravigliosi alcuni faggi nei pressi delle palazzine reali di caccia: si tratta probabilmente di piante separate messe a dimora molto vicine tra loro dal giardiniere reale i cui tronchi si sono fusi assieme durante la crescita dando origine ad esemplari di dimensioni davvero fuori dall'ordinario. Questi faggi maestosi sono censiti nell'elenco degli alberi monumentali della Regione Piemonte.
Descrizione
Dal Rifugio Federici Marchesini al Pagarì (2627 m) si segue il sentiero che scende verso est ignorando, dopo poche decine di metri, due bivi ravvicinati: il primo a destra con la traccia per il Passo di Pagarì, il secondo a sinistra per il Bivacco Moncalieri. Si prosegue diritti, perdendo quota con numerosi tornanti, via via più ampi (purtroppo tagliati da scorciatoie). Si lascia a destra il bivio per il Lago Bianco dell'Agnel e si svolta a nord-ovest (sinistra), per scendere con ripidi traversi.
Ci si sposta ora tra rocce e praterie alpine, fatta eccezione per le formazioni di ontano verde che si incontrano nei pressi del Rio Pagarì. Poco oltre il sentiero spiana per un brevissimo tratto e doppia il Passo sottano del Muraion (o Passaggio del Muraion), quindi riprende la discesa tra fitta vegetazione arbustiva con una lunghissima serie di tornanti.
Quando la pendenza inizia a diminuire e i tornanti a farsi più ampi, si ignorano a sinistra la traccia che si congiunge al sentiero per il Bivacco Moncalieri e la malandata mulattiera che si stacca sulla destra e percorre il fondo del Vallone di Moncolomb (il tracciato è quasi completamente scomparso nel tratto più in quota).
In breve si perviene al Rio Pantacreus (che, in caso di piena, può essere attraversato sulla soprastante passerella in legno); subito dopo, presso un grosso masso, si ignora a sinistra il sentiero per il Bivacco Moncalieri. Il sentiero si trasforma in mulattiera e scende più dolcemente, parallelo al fondo idrico del vallone, con un lungo mezzacosta. Lasciato a sinistra il Gias Colombo, si piega a destra e si attraversa il torrente su una lunga passerella in legno; la mulattiera prosegue poi verso nord e giunge nei pressi dei ruderi del Gias sottano del Vej del Bouc (1437 m, 2:30 ore dal Rifugio Federici Marchesini), dove si trascura sulla destra il sentiero che sale al Lago del Vej del Bouc.
Il gias è raggiunto da valle da una strada sterrata: la si percorre sempre verso nord, e si attraversa l'intero pianoro di Pra del Rasur tenendosi sulla destra idrografica del torrente.
Al termine del pianoro, quando la strada sale a scavalcare un costone, si trascura a destra la breve diramazione per il Gias del Rasur. Subito dopo si torna a perdere quota, si entra nel bosco e si ignora ancora a destra la vecchia (e non evidente) mulattiera per il Vallone Frassinetto. Si continua a scendere trascurando varie tracce e diramazioni secondarie (perlopiù scorciatoie), si lascia a sinistra il modesto Gias dell'Aiera (1342 m), dove ha origine una vecchia mulattiera di caccia dei Savoia, ed infine, alternando tornanti e brevi traversi, si arriva alle ex Palazzine Reali di Caccia, oggi colonie estive proprietà di enti religiosi (fontana).
Si segue la stradina asfaltata proveniente da valle (ma chiusa al traffico privato) e, lasciati a destra l'area attrezzata per pic-nic ed il bivio per il Ponte della Rovina e Trinità di Entracque, si attraversa il ponte sul Torrente Gesso della Barra che consente di raggiungere San Giacomo di Entracque (1209 m, 1:00 ore dal Gias sottano del Vej del Bouc).
- Partenza : Rifugio Federici Marchesini al Pagarì (2627 m)
- Arrivo : San Giacomo di Entracque (1209 m)
- Comune attraversato : Entracque
Profilo altimetro
Raccomandazioni
Trasporto
Linea SNCF TER Provence Alpes-Côte d'Azur Per gli spostamenti nella regione PACA e verso Cuneo www.ter-sncf.com/pac
Trenitalia per gli spostamenti in regione Piemonte https://www.trenitalia.com/it.html
Accesso stradale e parcheggi
Rifugio Federici Marchesini al Pagarì (2627 m)
Parcheggio :
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Vicino3
- Rifugi
Rifugi
Rifugio Pagarì
Sorge su un piccolo promontorio roccioso, con ampio muretto a secco sul lato nord per accrescerne lo spazio in piano.
La costruzione è dominata verso O dall'imponente parete della cima della Maledia. Verso N il pendio, costituito di rocce a tratti ricoperte di vegetazione prativa di tipo nivale, scende al sottostante torrente (il Rio Pagarì), mentre all'orizzonte lo sguardo spazia su tutto l'arco alpino: dal Monviso (N - NO) al Gran Paradiso (N).