Grande traversata Alpi Marittime
19 Passi
22 I patrimoni da scoprire
- Storia e percorso storico
I Baraccamenti di Valscura
È dalla fine dell'Ottocento (una iscrizione sui ruderi di un ricovero riporta la dicitura "3° Compagnia Alpini, 1888") che il Lago inferiore di Valscura viene scelto come luogo di accasermamento per le truppe disposte a difesa dello strategico valico della Bassa del Druos. A partire dal 1888, quando vengono costruiti ricoveri per 140 uomini e due ufficiali, per quasi cinquant'anni quest'area vede la realizzazione di un vasto insieme di edifici, fino alla definitiva trasformazione del complesso - e ultima destinazione d'uso - nel deposito munizioni, esplosivi ed artiglieria individuato dalla sigla A131.
- Flora
Il lariceto
Questo tipo di bosco è piuttosto localizzato nelle Alpi Marittime, che notoriamente rappresentano il regno della faggeta. Esso copre i versanti alle testate dei valloni con popolamenti radi e luminosi, talvolta pascolati dalle mandrie salite in alpeggio. Il più delle volte la loro purezza non è naturale, ma indotta dall’uomo: esso, infatti, nel corso di secoli, ha favorito questa specie arborea a scapito di altre, come ad esempio il pino cembro, perché meno favorevoli all’esercizio del pascolo a causa del maggiore ombreggiamento del suolo.
- Architettura
Le Reali Terme di Valdieri
Citate già nella prima metà del '500, quando Re Carlo Emanuele III decide di utilizzare i bagni di Valdieri, nel 1755, vengono velocemente eretti un edificio ed altre costruzioni per ospitare le Terme. Cavour definisce la località di Valdieri «la più ricca di acque salutari che esistano nello Stato e forse anche in tutta Europa». Vittorio Emanuele II, in visita per la prima volta in Val Gesso proprio nel 1855, diventa frequentatore assiduo delle terme ed il 10 luglio 1857 per suo volere viene posata la prima pietra di quello che oggi è l'Hotel Royal.
- Lago
Il Lagarot di Lourousa
Una risorgiva, tra prati e larici, forma a numerose limpide pozze e svariati ruscelli; l'acqua assume ora colorazioni turchesi, ora lattiginose, ora perfettamente trasparenti, rendendo questa località particolarmente suggestiva e ottimo luogo di sosta. Il Canalone di Lourousa, chiuso tra il Monte Stella ed il Corno Stella, e solcato dal Gelas di Lourousa, fa da quinta all'ameno pianoro, mentre basta voltarsi all'indietro per ammirare l'imponente sagoma del Monte Matto.
- Lago
Il Bacino del Chiotas, la Diga della Piastra e il Lago della Rovina
Il Bacino del Chiotas è chiuso dalle due dighe del Chiotas e del Colle di Laura. La Diga del Chiotas, ad arco-gravità, è alta 130 metri ed ha un coronamento di 230 metri. Il suo spessore varia tra i 37,5 metri alla base e i 5 metri alla cima. La Diga del Colle di Laura, più piccola, è a gravità massiccia con andamento rettilineo. Ha un'altezza massima di 30 metri, con una lunghezza al coronamento di 70 metri. Il Bacino del Chiotas ha una capacità utile di 27,3 milioni di metri cubi.
- Architettura
Il Rifugio Genova Figari
Per valorizzare le vie di salita sul Massiccio dell'Argentera, negli ultimi anni dell'800 la Sezione Ligure del CAI decise di edificare un rifugio presso il Gias del Monighet soprano, nel Vallone della Rovina. Il Rifugio Genova, così venne battezzato, fu inaugurato il 15 agosto del 1898.
La sorte del primo rifugio delle Marittime fu però segnata definitivamente nel 1968: l'invaso della Diga del Chiotas lo avrebbe sommerso per sempre. L'ENEL si fece carico di costruire un nuovo rifugio, che venne inaugurato nel 1981. - Flora
I prati rasi
Alle quote più elevate si estendono i prati rasi, i tipici pascoli alpini; essi sono composti da specie erbacee capaci di ricoprire suoli normalmente preclusi alle specie legnose, che, a causa del periodo vegetativo molto breve, non trovano condizioni adatte per il loro sviluppo. Il pascolamento ad opera degli ungulati selvatici e, talvolta, degli ovini domestici influisce sulla loro composizione, anche se il più severo fattore di selezione delle specie è rappresentato dal clima.
- Fauna
Lo stambecco delle Alpi
Il Colle di Fenestrelle, così come la zona circostante, è assai frequentato dallo stambecco.
Lo Stambecco delle Alpi (Capra ibex), frequenta praterie alpine e pareti rocciose anche oltre i 3000 m, spingendosi nei fondovalle (purché non boscati) solo ad inizio primavera, per potersi rifocillare dopo il lungo inverno. Entrambi i sessi sono dotati di corna ad accrescimento annuale, ma di dimensione decisamente maggiore nei maschi. Il mantello, beige chiaro in estate, scurisce in inverno fino a bruno scuro.
Stanziale, pascolatore, si nutre essenzialmente di erba, integrata da muschi, licheni e foglie di arbusti montani in particolare nel periodo invernale. - Storia e percorso storico
Il Ricovero Fenestrelle
I ruderi nei pressi del valico appartengono al Ricovero Fenestrelle, intitolato al Tenente Angelo Bertolotti. Costruito nel 1888 ed utilizzato fino al secondo conflitto mondiale, era in grado di ospitare un presidio di 10 uomini paglia a terra. I coniugi Boggia, nella loro guida "La Valle Gesso", indicano invece il ricovero come intitolato «alla memoria di Angelo Bortolo, del 1° Rgt. Alpini, caduto sull'Ortigara nel corso della Prima Guerra Mondiale».
- Fauna
Lo stambecco delle Alpi
Il Colle di Fenestrelle, così come la zona circostante, è assai frequentato dallo stambecco.
Lo Stambecco delle Alpi (Capra ibex), frequenta praterie alpine e pareti rocciose anche oltre i 3000 m, spingendosi nei fondovalle (purché non boscati) solo ad inizio primavera, per potersi rifocillare dopo il lungo inverno. Entrambi i sessi sono dotati di corna ad accrescimento annuale, ma di dimensione decisamente maggiore nei maschi. Il mantello, beige chiaro in estate, scurisce in inverno fino a bruno scuro.
Stanziale, pascolatore, si nutre essenzialmente di erba, integrata da muschi, licheni e foglie di arbusti montani in particolare nel periodo invernale. - Storia e percorso storico
Il Piazzale dei Cannoni
La denominazione di Piazzale dei Cannoni, o forse meglio Piana dei Cannoni, è verosimilmente dovuta alla presenza, nel secondo conflitto mondiale, della 181° Batteria di mortai da 210/8. Le piazzole dei pezzi si trovano poco a sud della strada sterrata, lungo il pendio, anche se non facilmente identificabili. Sul lato opposto del vallone, oltre il torrente, si rinvengono i resti di probabili locali logistici e perfino di una cucina all'aperto.
- Fauna
Il Gipeto
Il Gipeto barbuto (Gypaetus barbatus), anche noto come Avvoltoio degli agnelli, ha un'apertura alare che può raggiungere i 285cm ed un peso che può superare i 6kg. Eccezionale veleggiatore, in grado di sfruttare anche la minima corrente ascensionale, è un necrofago che si nutre solamente di carcasse di animali, in prevalenza ungulati selvatici e domestici. Divoratore di ossa, cartilagini e legamenti, trasporta in volo le ossa più grandi per frantumarle lasciandole cadere sulle rocce e potersene poi cibare. Monogamo e longevo il gipeto è solito nidificare sulle pareti rocciose tra i 1000 e i 3000m di quota.
- Fauna
La reintroduzione del Gipeto
Il Vallone della Barra è stato scelto come sede di rilascio nel progetto di reintroduzione del Gipeto barbuto sulle Alpi. Sterminato (pare che l'ultima uccisione risalga al 1913 in Valle d'Aosta) a causa della sua mole e dell'errata credenza che lo voleva implacabile predatore di ovini, è di nuovo presente sui cieli dell'arco alpino. Dal 1986 infatti ha preso inizio un progetto di reintroduzione che ha coinvolto Austria, Francia, Svizzera ed Italia; tra il 1994 e il 2015, anche nel territorio del Parco sono state rilasciate coppie di giovani gipeti con cadenza biennale (in alternanza con il parco francese del Mercantour) per un totale di 43 individui.
- Storia e percorso storico
Il Bosco bandito di Palanfrè
L'abitato di Palanfrè, si trova ai piedi dei ripidi pendii pascolivi di Costa Pianard, in posizione assai rischiosa per la caduta di valanghe. A protezione dell'abitato, sin dai primi anni del '700 ma probabilmente anche in data antecedente, era stato bandito il taglio del bosco di faggio a monte delle case (i "Bandi Campestri" negli archivi del comune di Vernante, datati 1741, sono la prima testimonianza scritta dello stato di protezione del bosco). La faggeta ha fatto parte, dal 1979, della Riserva Naturale Bosco e Laghi di Palanfrè per poi essere accorpata, nel 1995, al Parco Naturale delle Alpi Marittime. Il bosco, di oltre 20 ettari, è solo sfiorato dal sentiero: nonostante ciò è possibile ammirare la maestosità di alcuni suoi alberi.
- Flora
Il Faggio
Il faggio (Fagus sylvatica), splendido albero dalla corteccia grigia e liscia, e dalle foglie ovali di colore verde intenso, è spesso presente nella narrativa popolare quale albero magico abitato da gnomi. Predilige versanti ombrosi, fino a 1800m di quota, e può vivere oltre 300 anni. Produce un ottimo legno, usato per fabbricare botti, manici di attrezzi e come combustibile. I frutti, le faggiole, sono usate come foraggio per i suini.
- Ghiacciaio
Il nevaio di Pioccia
Sul fondo del vallone si trova il nevaio perenne alla quota più bassa di tutte le Alpi Marittime e Liguri, alimentato dalle numerose valanghe che scendono lungo gli impluvi del Vallone di Pioccia. In epoche passate è stato fonte di approvvigionamento dei blocchi di ghiaccio che, trasportati a valle, venivano utilizzati nelle celle frigorifere.
- Abilità
I tetti in paglia di segale
Tipica delle vallate carenti di rocce scistose, cioè facilmente spaccabili in lastre (lose), la copertura in paglia di segale era particolarmente diffusa in tutte le vallate monregalesi, in Val Vermenagna ed in Valle Stura. Gli steli venivano raggruppati in fasci e fissati all'orditura del tetto per realizzare delle coperture abbastanza durevoli e molto isolanti. Le falde del tetto erano assai più spioventi di quelle dei tetti realizzati in lose, poiché l'orditura leggera non avrebbe potuto reggere il peso di grossi accumuli nevosi.
- Storia e percorso storico
Le Roccette di Napoleone
La storia parla di uno scontro avvenuto l'8 agosto del 1794 in questa località, allora nota come Pianot dell'Arp. Le truppe francesi, al comando del Generale Bonnau, scese in valle dal Colle Arpiola e dal Passo del Bec Baral, si scontarono all'arma bianca con le truppe austro-piemontesi al comando del Generale Audezeno. I Piemontesi indietreggiarono fin sulle pendici del Monte Sapè, poi, aiutati dalla popolazione locale, respinsero l'assalto.
Sulle roccette che qui emergono dal terreno sono incise due (forse tre) croci in memoria della quindicina di soldati che persero la vita e che qui furono sepolti. - Abilità
La Cava di Bec Moler
La Cava di Bec Moler, utilizzata come cava di silice per la vetreria di Vernante, è stata coltivata fino agli anni sessanta, quando venne abbandonata in favore di cave più redditizie nel comune di Robilante. La galleria principale di accesso è ancora percorribile e consente di osservare dall'alto la cava.
Prima che avesse inizio l'attività estrattiva, dal Bec Moler venivano ricavate le macine (o mole) per i mulini, fatto che spiega il toponimo del monte. Con un pizzico di attenzione è ancora possibile osservare sulle pareti rocciose gli intagli circolari dai quali sono state estratte le macine. L'estrazione non sempre andava a buon fine, come testimonia una macina spezzatasi durante la fase di estrazione ed in parte ancora attaccata alla roccia madre. - Geologia
Il Pis del Pesio e il sistema carsico della Conca delle Carsene
Il sistema carsico di "Conca delle Carsene - Pis del Pesio" è il secondo più importante della zona delle Alpi Liguri. Le acque raccolte sul versante sud del Massiccio del Marguareis (Conca delle Carsene e Conca di Plan Ambreuge), orograficamente destinate al Mar Tirreno, si infiltrano nel terreno e sfociano nella risorgiva del Pis del Pesio; da qui, attraverso il Po, raggiungono il Mar Adriatico.
- Geologia
La Conca delle Cársene
La Conca delle Càrsene è un vasto altopiano costituito da rocce calcaree, caratterizzato da distese di rocce nude, bianche, alternate a copertura erbosa. Manifesta gli aspetti tipici delle aree carsiche con fessurazioni, doline, inghiottitoi. Manca completamente un reticolo idrografico superficiale: le acque meteoriche o di fusione vengono immediatamente assorbite e danno luogo alla risorgenza del Pis del Pesio, situata molte centinaia di metri più in basso.
Curiosamente, fanno parte del bacino collettore anche aree ubicate al di là dello spartiacque alpino, come Plan Ambreuge, per cui le acque cadute sul versante sud delle Alpi, dopo un tragitto sotterraneo, sgorgano sul versante italiano della catena. - Transfrontaliero
Il Colle delle Selle Vecchie
Valico di notevole rilevanza in epoche passate, probabile via del sale, è stato ampiamente utilizzato dai pastori brigaschi nelle loro transumanze verso i pascoli ai piedi del Massiccio del Marguareis.
Il toponimo fa riferimento alle "selle", ovvero "celle" per la conservazione dei formaggi, un tempo evidentemente presenti nei dintorni. Le selle sono in genere edifici seminterrati in pietra, con volta a botte, coperta ed isolata con zolle di erba per garantire all'interno temperatura e umidità costanti.
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Vicino12
- Rifugi
Rifugi
Rifugio Don Barbera
La attuale struttura, in pietra e legno, è il frutto di una completa opera di rinnovo effettuato di recente. E’ un rifugio confortevole, adatto ad escursionisti così come a gruppi e scuole.
Il rifugio si trova a pochi metri dal colle dei Signori, immerso nell'austera e incontaminata natura del parco naturale alta valle Pesio e Tanaro. - Rifugi
Rifugi
Rifugio Genova - Figari
Il rifugio Genova-Figari sorge tra due laghi: il Brocan, lago alpino naturale e l’invaso artificiale del Chiotàs, uno dei più grandi d’Europa. Di facile accesso, circondato da prati e dai due laghi, si affaccia sulle pareti delle cime dell’Argentera, che con i suoi 3300 m. è la cima più alta del massiccio, e offre l’occasione per ammirare le numerose specie di animali: stambecchi, camosci, marmotte, ermellini, aquile, insieme a rare specie botaniche quali la sassifraga florulenta, ecc. - Rifugi
Rifugi
Rifugio Malinvern - Città di Ceva
l Rifugio Malinvern (1836 m) si trova nel comune di Vinadio (CN), in Valle Stura di Demonte nelle Alpi Marittime. Costruito nel 1940 ed abbattuto da incendi e atti vandalici conseguenti alla Seconda Guerra Mondiale nel 1943, venne ricostruito nella moderna architettura attuale soltanto a partire dagli '90 su iniziativa della Sezione CAI di Ceva che ne cura ancora oggi la gestione. - Rifugi
Rifugi
Rifugio Morelli Buzzi
Il rifugio Morelli-Buzzi è una struttura realizzata dal Cai di Cuneo nel 1931, ampliata nel 2000 e completamente riammodernata in tre fasi tra 2010 e 2012.
E’ situata nell’incantevole Vallone di Lourousa a 2351m s.l.m , nel cuore del Parco delle Alpi Marittime, ai piedi della parete nord del Monte Stella, la più alta delle Alpi Marittime. - Rifugi
Rifugi
Rifugio Valasco
Al centro del pianoro del Valasco si erge la bellissima Palazzina Reale di Caccia, voluta da Vittorio Emanuele II per le sue battute al camoscio e diventata da alcuni anni una struttura ricettiva.
Il Rifugio Valasco, nel cuore del Parco delle Alpi Marittime, sorge a 1764 m in Valle Gesso, località Terme di Valdieri (CN).