Grande traversata del Mercantour
Con la grande traversata del Mercantour, gli escursionisti e gli amanti della natura godranno in 17 giorni di alcuni dei più bei paesaggi delle Alpi del Mediterraneo.
20 Passi
34 I patrimoni da scoprire
- Alpeggi
Praterie da sfalcio dell’altopiano di Estenc
Il termine “prateria da sfalcio” designa una superficie di produzione di foraggio non seminata, ricca di specie, falciata per nutrire il bestiame. È soggetta a pratiche non intensive, rispettose dell’ambiente, che preservano la grande diversità floristica.
Il Parco nazionale del Mercantour totalizza 1000ha di praterie da sfalcio, incluse in un territorio adibito al pascolo e alla coltivazione di foraggio che ricopre circa 120000ha. In questo perimetro, 90 allevamenti hanno la propria sede domiciliata nei comuni del Parco e 268 allevatori transumanti sono presenti in estate.
- Rifugio
Rifugio della Cantoniera
La storia del rifugio è intimamente legata alla Route des Grandes Alpes che collega il lago Lemano al Mediterraneo. La strada fu realizzata all’inizio del XX secolo dal Touring Club francese, con i mezzi molto rudimentali di un tempo, per mano di lavoratori italiani che alloggiavano in questa imponente casa cantoniera.
Accessibile dall’estate 1913 alle rare automobili che circolavano all’epoca, la strada doveva essere inaugurata dal presidente Poincaré nell’agosto 1914. La dichiarazione di guerra privò però gli abitanti di Entraunes della sua visita.
Interamente ristrutturata dal Parco nazionale del Mercantour, l’edificio è oggi utilizzato come rifugio.
Posti disponibili: 36 posti ripartiti in camere e dormitori da 2, 4, 5 e 18 posti.
Tariffe e apertura: http://lacantonniere.wixsite.com/refugelacantonniere
Tel: +33 (0)4 93 05 51 36
Mail: lacantonniere@gmail.com - Patrimonio locale
Estenc
Negli anni ‘30, ad Estenc vivevano 15 famiglie, essenzialmente dedite all’allevamento ovino e all’agricoltura (orzo, segale). Vivevano una vita di completa anarchia, povera e difficile. Venivano utilizzate tutte le risorse della natura, ma veniva mantenuto un certo equilibrio ed esisteva anche un’armonia con l’ambiente naturale. Al momento, con la desertificazione rurale, la foresta e il terreno hanno ripreso il sopravvento. Ora vive ad Estenc una sola famiglia di agricoltori.
- Fauna
Lo stambecco delle Alpi (Capra ibex)
Simbolo dell’alta montagna e dei suoi strapiombi vertiginosi, questo ungulato è scomparso dalla nostra regione oltre 150 anni fa.
Dal 1987 sono state avviate operazioni di reintroduzione, grazie alla cooperazione del Parco Naturale delle Alpi-Marittime. Una cinquantina di esemplari si sono stabiliti nel sito di Roche Grande. Per facilitarne l’identificazione, gli animali sono muniti di anelli auricolari colorati. I sorveglianti del parco seguono regolarmente l’evoluzione di questa specie.
- Fauna
La cavalletta sibirica (Aeropus sibericus)
Durante le grandi glaciazioni, questo ortottero viveva in pianura. In seguito al riscaldamento climatico, esso abita ormai gli alti massicci, sopra i 2000 m. l’esemplare maschio è riconoscibile grazie ai rigonfiamenti sulle zampe anteriori, da cui il suo soprannome di “braccio di ferro”. Questo “grande” erbivoro, preda di uccelli, marmotte e volpi, fa parte della catena alimentare dei pascoli d’altitudine.
- Alpeggi
La pastorizia
Questa valletta erbosa chiamata Estrop (stropia significa gregge) è destinata alla pastorizia da tempi immemori. 1500 ovini la percorrono da agosto a settembre, la capanna funge da riparo al pastore. Il gregge si riposa sulla collinetta, come possiamo intuire dall’abbondanza di ortiche e spinaci selvatici. I prati alpini sono un ambiente fragile in cui il Parco nazionale si sforza di mantenere un equilibrio biologico, migliorando allo stesso tempo le condizioni di lavoro del pastore.
- Storia e percorso storico
Vestigia militari
Alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale l’esercito francese decise di costruire una serie di fortificazioni (blockhaus) al Col de Gialorgues, con lo scopo di bloccare un’eventuale invasione italiana. I militari ebbero l’ambizione di aprire un passaggio abbastanza largo da permettere l’accesso al Col de Gialorgues a veicoli fuoristrada. Il trasporto dei materiali veniva effettuato a dorso di mulo a partire da un accampamento insediato ai piedi del bosco di Estenc, ma i militari dovettero presto rinunciare all’impresa di fronte alla natura sassosa del suolo.
- Lago
I laghi dell’Estrop
Circa 10000 anni fa il ghiacciaio occupava tutta la valletta, prima di ritirarsi progressivamente in seguito al riscaldamento climatico, creando dietro ad ogni soglia glaciale uno specchio d’acqua poi lentamente colmato dall’erosione.
Risalendo la valletta torniamo indietro nel tempo: prati verso il basso, torbiere nel mezzo, laghi verso l’alto. Attorno alle zone umide fioriscono specie artico-alpine come il Juncus ed il Carex bicolor, protette a livello nazionale ed europeo.
- Fauna
La pernice bianca (Lagopus mutus)
Chiamata localmente “pedrix blanche” o “jalabre”, questo uccello appartenente alla famiglia dei tetraonidi è un amante dell’alta montagna. Perfettamente in grado di sopportare il freddo, vive tutto l’anno a 2500 – 3000m d’altitudine. Cambia il piumaggio da tre a quattro volte l’anno, in funzione dei colori dell’ambiente circostante. In autunno, le pernici possono riunirsi in gruppi di 20 – 25 individui. I loro principali predatori sono l’ermellino e l’aquila reale.
- Rifugio
Rifugio di Gialorgues
Posti disponibili: 12 posti in rifugio
Custodia: incustodito
Periodo di apertura: tutto l’annoPrenotazione obbligatoria
Ritiro e restituzione chiavi:
Hôtel Regalivou
+33 (0)4 93 02 49 00
St Etienne de TinéeM. FERRAN +33 (0)4 93 05 54 22
EstencIn caso di difficoltà:
contattare il CAF di Nizza
michelle@cafnice.org
+33 (0)4 93 62 59 99Numeri utili:
Maison du parc: +33 (0)4 93 02 42 27
OT di St-Etienne de Tinée: +33 (0)4 93 02 41 96
Gîte de St-Dalmas: +33 (0)4 93 02 44 61 - Storia e percorso storico
Zone di prelievo
La depressione alla vostra destra era una delle zone di prelievo dei materiali che servirono a costruire il campo delle Forche all’inizio del secolo scorso. L’antico sentiero militare in pietra permetteva di raggiungere la cima di Pelousette.
- Rifugio
Rifugio e lago di Vens
Il rifugio di Vens è custodito esclusivamente durante i mesi estivi. In inverno rimane aperta una sola stanza, che funge da riparo per gli escursionisti. Il rifugio domina una corona di laghi che portano lo stesso nome. Di origine glaciale, i laghi sono il risultato dell’erosione operata dai ghiacciai. Il lago sotto al rifugio (il più grande) raggiunge una profondità di 31 metri. Stambecchi, camosci, mufloni e aquile reali sono assidui frequentatori della zona. Vicino al rifugio potrete inoltre osservare una pianta endemica che è stata a lungo l’emblema del Parco nazionale del Mercantour: la sassifraga dell’Argentera (Saxifraga florulenta).
Club Alpino Francese
Posti disponibili: 45 in estate, 30 in inverno (incustodito)
Prenotazioni solo per email in estate: http://refugedevens.ffcam.fr/reservation.html
Pasti, no doccia
- Storia e percorso storico
La Batteria del Druos
Nei pressi della Bassa del Druos si trovano i ruderi di un ricovero e la Batteria del Druos, opera difensiva in caverna del Vallo Alpino. La batteria, realizzata al risparmio nella seconda metà degli anni '30, era armata con 4 obici da 100/17 di preda bellica austriaca risalenti al primo conflitto mondiale. I pezzi erano posizionati in caverna, senza alcuna protezione; non era previsto nemmeno alcun locale logistico interno. Due delle 4 gallerie che ospitavano i cannoni sono ancora ben visibili; gli ingressi delle due restanti sono stati ostruiti dalle frane.
- Storia e percorso storico
La Caserma Massimo Longà
La caserma è dedicata al Capitano degli Alpini Massimo Longà, deceduto sul Monte Ortigara il 10 giugno 1917 (a onor del vero una planimetria del Genio la intitola a Massimo Mongà, a differenza da quanto inciso sulla targa sopra l'ingresso principale). Si tratta di un imponente manufatto costruito, secondo documenti del Genio, nel 1903. Altre fonti riportano di una sua costruzione tra il 1916 e il 1917, sfruttando anche il lavoro forzato dei prigionieri austriaci catturati sul fronte orientale ma, dando credito ai documenti del Genio, è probabile che negli anni del primo conflitto mondiale la caserma fosse solo stata ristrutturata.
- Storia e percorso storico
La mulattiera ex militare "Baraccamenti di Valscura - Ricoveri di Fremamorta"
Il tratto del percorso tra il Lago inferiore di Valscura e il Lago del Claus si snoda lungo la mulattiera ex militare che collegava Valscura a Fremamorta. La mulattiera è uno dei migliori esempi rimasti delle strade militari della Valle Gesso ed un incredibile capolavoro di ingegneria. Realizzata verosimilmente nei primissimi anni del '900, in previsione del secondo conflitto mondiale nel 1929 viene ripristinata a cura del Battaglione Dronero e mantenuta in perfetta efficienza.
Lunga oltre 10 km, sempre a quote superiori ai 2000 metri e con una pendenza massima del 18%, presenta ancor oggi tratti mirabilmente lastricati. - Storia e percorso storico
Il Ricovero Umberto I
Si tratta di una grossa caserma per 130 uomini e 4 ufficiali. Costruita nel 1894, fu riattata in tre successive occasioni, l'ultima delle quali nel 1934. Ad essa si devono un locale addossato all'edificio principale, verosimilmente la cucina, ed un locale a sé stante. Poco sopra la caserma, si trovano i ruderi di un vecchio magazzino-scuderia.
- Storia e percorso storico
La Casermetta difensiva Cima di Fremamorta
La Casermetta è un'imponente struttura, ancora in discreto stato di conservazione: la colorazione mimetica delle porte è ancora visibile, e sono presenti diversi infissi sia interni che esterni; all'esterno si trovano ancora i resti della cucina all'aperto, utilizzata nella buona stagione. Era in grado di ospitare un presidio di 60 uomini.
- Geologia
Il granito dell’Argentera
Guardando un po’ più da vicino questa roccia di colore grigio ci accorgiamo che è formata da diversi minerali. Quarzo (di colore grigio), e feldspato (di colore bianco), a volte di grande taglia, con qualche pagliuzza brillante sparsa qua e là nella roccia: si tratta di miche nere, e più particolarmente di biotite.
Avete scoperto dei blocchi di granito. Tutti i minerali che lo compongono sono solidamente congiunti e visibili ad occhio nudo. Si tratta di una struttura granulare tipica delle rocce plutoniche, cristallizzate in profondità.
- Alpeggi
Allevamento bovino nel Mercantour
Risalendo la valletta di Salèse, durante l’estate incrocerete sicuramente un allegro gregge di mucche intente a pascolare nel sottobosco del lariceto, particolarmente adatto a quest’attività. Dopo la mungitura il latte viene portato al caseificio del Boréon per essere trasformato in un formaggio di denominazione controllata, la “Toma della Vésubie”.
La tradizione bovina del Mercantour, molto antica, oggi purtroppo è in buona parte sostituita dall’allevamento estensivo di ovini, che genera alcuni inconvenienti: sovrapascolo in certe zone, maggiore vulnerabilità ai predatori ecc.
- Storia e percorso storico
Il paese di Boréon
In passato molto vicino all’Italia, Boréon è diventato francese solo nel 1947; la via d’accesso al paese risale agli anni ’50. Questo dominio di più di 4000 ettari, antica riserva dei re d’Italia, è essenzialmente pastorale e forestale. Era un tempo frequentato dai contrabbandieri del sale.
Oggi, l’insieme di questa valle eccezionale è chiuso. Il suo sviluppo si fonda su un turismo rispettoso dell’habitat naturale.
- Rifugio
Rifugio della Cougourde
Club Alpino Francese
Custodia: da giugno a settembre: Manuel Putelat
da settembre a giugno: Charly Barcelo, +33 (0)6 18 54 02 43Prenotazioni per telefono o email: refugelacougourde@ffcam.fr
Tel fisso rifugio: +33 (0)9 78 23 31 59
Sito web: http://refugelacougourde.ffcam.fr/
Numeri utili:
OT di St-Martin-Vésubie: +33 (0)4 93 03 21 28
Maison du Parc: +33 (0)4 93 03 23 15 - Abilità
L’alpinismo nel Mercantour
All’inizio del XX secolo per i primi alpinisti il Mercantour aveva il gusto dell’avventura. Poco a poco le vette iniziarono ad essere conquistate, prima percorrendo le vie convenzionali e poi, con l’avvento dell’alpinismo moderno, attraverso itinerari dalle difficoltà a volte estreme.
Da Victor de Cessole a Patrick Bérhault, grandi nomi hanno segnato la storia dell’alpinismo nel Mercantour. Oggi, che si tratti di neve, ghiaccio o roccia, alcuni itinerari selvaggi non hanno più bisogno di presentazioni.
- Storia e percorso storico
Terre de cour
La roccia nera segna uno dei confini della Terre de Cour, un tempo proprietà del Conte di Provenza, prima di tornare alla Casa di Savoia nel XIV secolo. Quasi invisibili, due iscrizioni sulla roccia nera rimandano a tale passato: “B” per Belvédère, “SM” per Saint-Martin-Vésubie. Terre de Cour si trova esclusivamente su questi due comuni, ma deve condividere dei diritti antichi, di pascolo e legname, con Lantosque e Roquebillière.
- Geologia
Le tracce dell'erosione
Convergendo, le acque piovane mettono il suolo a nudo, rompono un equilibrio fragile. Inoltre, il calpestamento dovuto alla frequentazione turistica danneggia il terreno e pone il problema della conservazione degli ambienti naturali. La vegetazione al suolo deve essere preservata, poiché essa protegge il suolo dall’erosione e assicura la sua stabilità. Sono stati intrapresi dei lavori di restaurazione per guidare e canalizzare le centinaia di escursionisti innamorati di questi luoghi selvaggi.
- Storia e percorso storico
Il percorso della mulattiera del valico di fenestre
Utilizzato per più di mille anni, è stato regolarmente conservato per facilitare il passaggio delle carovane di muli che trasportavano il sale. La tecnica messa in opera per la realizzazione e la preservazione di tale sentiero è stata quella delle pietre autobloccanti. I ciottoli di misura identica erano disposti verticalmente, in file ben strette. Dei materiali fini assemblavano il tutto. Dei canaletti di scolo canalizzavano l’acqua piovana.
- Storia e percorso storico
Il Santuario della "Madone de Fenestre"
Circondato da montagne, il santuario della Madonna di Fenestre si trova a 1904 m di altitudine. Deve il suo nome ad una buca in una roccia dietro, il Cayre de la Madone dove un giorno sarebbe apparsa la Vergine. Nel VIII secolo esisteva già un rifugio modesto per ospitare i viaggiatori. Questo santuario dalle forme imponenti fu costruito dai benedettini del Borgo San Dalmasso e distrutto dai saraceni nel X secolo. I templari lo restaurarono nel XIII secolo, poco dopo un’apparizione della Vergine alla finestra del Gran Caire. In seguito, il santuario fu distrutto a più riprese da alcuni incendi e nuovamente ricostruito. Appartiene oggi alla Diocesi di Nizza.
- Rifugio
Rifugio della Madonna di Finestra
Club Alpino Francese
Posti disponibili: 62 posti – Possibilità di mangiare e farsi la doccia
Custodia: da metà giugno a fine settembre + vacanze scolastiche e fine settimana in inverno
Tel: +33 (0)4 93 02 83 19
Fuori stagione su prenotazione: Patrick Miraillet: +33 (0)4 93 03 91 02Prenotazione online: http://chaletmadonedefenestre.ffcam.fr/
Numeri utili:
OT di St-Martin-Vésubie: +33 (0)4 93 03 21 28
Maison du Parc: +33 (0)4 93 03 23 15 - Fauna
Il camoscio alpino (Rupicapra rupicapra)
Mammifero appartenente alla famiglia dei bovidi e alla sottofamiglia dei caprini, il camoscio alpino (Rupicapra rupicapra) è il montanaro per eccellenza. Può percorrere 1000m di dislivello in 15 minuti (un escursionista impiegherebbe tre ore!). Lo riconosciamo per le sue corna dritte e ricurve all’indietro nella parte terminale, più piccole rispetto a quelle dello stambecco.
- Storia e percorso storico
La via del Sale
Il sentiero che conduce al rifugio di Nizza è uno dei passaggi secondari della via del Sale, attraverso il “Passo di Pagari”. Frequentato sin dall’antichità, questo passo deve il suo nome a Paganino dal Pozzo, un imprenditore italiano che nel 1453 venne nominato addetto alla riscossione della tassa sul sale dal duca di Savoia.
Paganino tracciò una nuova via attraverso il “Passo di Pagari” per trasportare il sale di Provenza fino a Cuneo, in Piemonte.
- Geologia
Le eclogiti del lago Niré
Proprio sotto al lago Niré, sulla riva destra del torrente, tra le migmatiti si trovano rocce molto scure dalla forma di enormi lenticchie (i geologi parlano di “boudinage”).
Guardandole con attenzione possiamo individuare minerali molto diversi da quelli delle migmatiti. Quelli color ruggine sono granati, mentre i più scuri sono anfiboli.
Questa roccia ben distinta, caratterizzata da cristalli fini e molto densi, è un eclogite, abbastanza rara e vestigia degli oceani scomparsi. Si tratta di una roccia metamorfica, proveniente dalla trasformazione dei basalti, antiche lave della crosta oceanica.
- Storia e percorso storico
Fortino dei Tre Comuni
Il fortino dei Tre Comuni (1898) fa parte del sistema di fortificazioni costruite sul massiccio dell’Authion sotto il comando del generale Séré de Rivières.
Nel 1870 le relazioni franco-italiane sono molto tese. L’annessione della Contea di Nizza alla Francia (24 marzo 1860) ha ravvivato l’interesse per l’Authion, divenuto massiccio frontaliero, vera chiave di volta nella difesa delle Alpi Marittime. Vengono intrapresi importanti lavori di fortificazione per bloccare qualunque tentativo di avanzata italiana. L’accesso al massiccio è agevolato dall’apertura di diverse strade strategiche, che conducono al fortino dei Tre Comuni (1898) e ai forti della Forca (1883-1890) e delle Mille Forche (1883-1890).
- Storia e percorso storico
L’Authion
Gloria e fervore, ma anche sofferenza e morte. L’Authion ha visto spegnersi centinaia di vite.
Nell’aprile 1794 l’Armata d’Italia, guidata dai generali Bonaparte e Masséna, affronta le truppe austro-sarde: dopo una sanguinosa battaglia, l’Authion è conquistato. I Francesi hanno la strada spianata per il Piemonte!
La primavera 1945 precipita nuovamente l’Authion sotto il fuoco delle armi e dell’attualità. Nonostante lo sbarco in Provenza dell’agosto 1944, il Fronte Alpino, che includeva il picchetto dell’Authion, rimane soggiogato dalle truppe tedesche.
Il 1 marzo il generale De Gaulle crea allora il distaccamento dell’Esercito delle Alpi, incaricato della difesa delle linee di comunicazione.
- Storia e percorso storico
Una fortezza naturale
L’Authion è una fortezza naturale quasi inespugnabile, riparata dai suoi ripidi versanti che “dominano dall’alto di 1500m le valli del Caïros, della Roya e della Bévéra”.
Il rilievo non offre alcun rifugio, nessun nascondiglio per l’assalitore la cui situazione è dunque molto vulnerabile. “Bastano pochissimi uomini trincerati in posizione dominante per bloccarne l’accesso” (Generale Y. Gras).
A coronare l’insieme, cime che oltrepassano i 2000m dotate di fortificazioni che “i giganteschi lavori di campagna e le reti di gallerie” rendono apparentemente invincibili.
Un solo punto debole: il Sud!
- Storia e percorso storico
22 marzo 1945
Arriva l’ordine di “studiare le possibilità di attaccare il massiccio fortificato dell’Authion”. Sarà “un potente attacco frontale dell’Authion che due colonne, aggirandolo da entrambe le parti, assaliranno alle spalle, una dal Col de Raus e l’altra dall’Ortighea Giagiabellla”.
Il 9 aprile è il turno dell’offensiva generale degli Alleati sul fronte italiano. Il nemico dev’essere bloccato sull’Authion.
Il cielo partecipa al conflitto: nebbia e neve avvolgono l’Authion, costringendo ognuno nell’angoscia del silenzio e dell’attesa.
Il 10 aprile il risveglio è brutale: i caccia bombardano i forti, la Francia passa allora all’attacco e conquista la cresta della Forca.
Profilo altimetro
Raccomandazioni
Accesso stradale e parcheggi
Per optare per i trasporti in comune, ecco i principali collegamenti da Nizza e i link dei siti internet per accedere a un'ampia gamma di informazioni on-line:
- Estenc: linea 790 Nizza - Entraunes (attenzione, arrivo a Entraunes paese)
Tutte le informazioni sono reperibili sui siti www.lignesdazur.fr o www.ceparou06
TRASPORTO SU RICHIESTA
Per facilitare l’accesso à Estenc, il Dipartimento ha istituito, in collegamento con la Régione, un servizio di trasporto a richiesta, in corrispondenza della linea regionale Nice/ Guillaumes / Entraunes.Questo servizio funziona solo su prenotazione, da luglio a settembre.Per ulteriori informazioni su orari e modalità di utilizzo, accedi al sito del Dipartimento: www.randoxygene.org
Per tornare da Mentone a Nizza
Possibilità di trasporto:
- in bus linea 100 Mentone - Nizza: tutte le informazioni sono sul sito www.departement06.fr
oppure www.ceparou06.fr
- in treno: linea SNCF Mentone - Nizza: tutte le informazioni sono sul sito www.ter.sncf.com/paca oppure www.ceparou06.fr
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Vicino14
- Rifugi
Rifugi
Rifugio Questa
Il rifugio Emilio Questa (2388 m) sorge su un picco roccioso situato sulla sponda nord del Lac des Portette, nel cuore di un vasto vallone circondato dalle cime delle Portette, del Claus e del Prefouns. È un luogo ideale per le escursioni naturalistiche: si possono vedere camosci, stambecchi, marmotte e l'emblematico gipeto.