La Via di Téit
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Vernante

La Via di Téit

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I sentieri sono in genere agevoli e ben segnalati. Qualche problema per brevi tratti può essere causato dalla vegetazione erbacea, specie in estate, e dai resti delle valanghe nel Vallone di Pioccia, in primavera. L'autunno è la stagione consigliata. Vista la lunghezza, è consigliabile lasciare un'auto all'arrivo.

Era un ottimo itinerario per chi era interessato all'architettura alpina tradizionale e alla cosiddetta "civiltà dei monti". Il sentiero, che attraversa numerose borgate, offriva, e ancora in parte offre, uno spaccato della vita in montagna così come si presentava non più di qualche decina di anni fa. I molti recenti crolli hanno portato via quel che restava dei tetti in paglia, e sono poche le vecchie abitazioni rimaste in piedi.


4 I patrimoni da scoprire

  • Abilità

    La Cava di Bec Moler

    La Cava di Bec Moler, utilizzata come cava di silice per la vetreria di Vernante, è stata coltivata fino agli anni sessanta, quando venne abbandonata in favore di cave più redditizie nel comune di Robilante. La galleria principale di accesso è ancora percorribile e consente di osservare dall'alto la cava.
    Prima che avesse inizio l'attività estrattiva, dal Bec Moler venivano ricavate le macine (o mole) per i mulini, fatto che spiega il toponimo del monte. Con un pizzico di attenzione è ancora possibile osservare sulle pareti rocciose gli intagli circolari dai quali sono state estratte le macine. L'estrazione non sempre andava a buon fine, come testimonia una macina spezzatasi durante la fase di estrazione ed in parte ancora attaccata alla roccia madre.

  • Storia e percorso storico

    Le Roccette di Napoleone

    La storia parla di uno scontro avvenuto l'8 agosto del 1794 in questa località, allora nota come Pianot dell'Arp. Le truppe francesi, al comando del Generale Bonnau, scese in valle dal Colle Arpiola e dal Passo del Bec Baral, si scontarono all'arma bianca con le truppe austro-piemontesi al comando del Generale Audezeno. I Piemontesi indietreggiarono fin sulle pendici del Monte Sapè, poi, aiutati dalla popolazione locale, respinsero l'assalto.
    Sulle roccette che qui emergono dal terreno sono incise due (forse tre) croci in memoria della quindicina di soldati che persero la vita e che qui furono sepolti.

  • Abilità

    I tetti in paglia di segale

    Tipica delle vallate carenti di rocce scistose, cioè facilmente spaccabili in lastre (lose), la copertura in paglia di segale era particolarmente diffusa in tutte le vallate monregalesi, in Val Vermenagna ed in Valle Stura. Gli steli venivano raggruppati in fasci e fissati all'orditura del tetto per realizzare delle coperture abbastanza durevoli e molto isolanti. Le falde del tetto erano assai più spioventi di quelle dei tetti realizzati in lose, poiché l'orditura leggera non avrebbe potuto reggere il peso di grossi accumuli nevosi.

  • Ghiacciaio

    Il nevaio di Pioccia

    Sul fondo del vallone si trova il nevaio perenne alla quota più bassa di tutte le Alpi Marittime e Liguri, alimentato dalle numerose valanghe che scendono lungo gli impluvi del Vallone di Pioccia. In epoche passate è stato fonte di approvvigionamento dei blocchi di ghiaccio che, trasportati a valle, venivano utilizzati nelle celle frigorifere.


Descrizione

Una strada sterrata si stacca presso lo slargo a destra della provinciale poco fuori Vernante (822 m). La sterrata sale ripida a tornanti nel bosco e giunge alla galleria di ingresso di una cava di silice dismessa.
Lasciata a destra la galleria, si continua a sinistra sulla pista sterrata che s'innalza fino ad un modesto colletto, dove si prosegue a sinistra sul sentiero per i Tetti Colletta.
Dopo un tratto in salita poco sotto il crinale, si cambia versante e si incontrano le "Roccette di Napoleone".
Si prosegue in falsopiano nella faggeta, poi si traversa in leggera salita nei pressi del crinale. Quando il sentiero si biforca si tralascia la traccia meno evidente che continua diritta lungo il crinale e ci si sposta a sinistra sul lato della Val Grande di Palanfrè.
Dopo una leggera salita a mezzacosta all'interno di un castagneto si scavalca un costone e ci si immette su una strada sterrata: seguendola verso destra si sale in breve a Tetti Colletta (1226 m, 1:20 ore da Vernante).
Poco prima dei ruderi si imbocca il sentiero che si stacca a sinistra della strada e volge a sud sud-est lungo un costone prativo. Entrati nel bosco si prosegue in falsopiano fino a raggiungere l'Intaglio della Bercia, dove si ignorano due tracce sulla sinistra, per Tetti Pedrin e la località Due Ponti rispettivamente.
Aggirato il costone, il sentiero piega ad ovest e con una ripida salita porta dapprima a Tetti David, quindi a Tetti Bertaina (1324 m, 0:35 ore da Tetti Colletta).
Oltre il costone prativo su cui è arroccata la borgata, il sentiero punta a nord-ovest e raggiunge l'impluvio del vallone cui fa capo il Monte Sapè.
Attraversato il torrente, si sale sul versante destro orografico del vallone; si entra nel successivo valloncello, e se ne raggiunge l'impluvio, poi si prosegue fino allo spartiacque con il selvaggio Vallone di Pioccia, al cui imbocco si trovano i Tetti Doni (1484 m, 0:30 ore da Tetti Bertaina).
Nuovamente su assolati pendii, si lascia a destra il sentiero diretto ai pascoli della Maddalena e si taglia in leggera discesa fino all'impluvio del Vallone di Pioccia.
Si guada il torrente e, passati sul versante a nord, si ritrova la faggeta che si attraversa a mezzacosta in piano su sentiero: dopo una passerella in legno, si superano in successione tre scoscesi impluvi, dove e possibile trovare neve anche in primavera e che vanno affrontati con prudenza.
Quando si esce dall'angusto vallone, si scende brevemente poi si riprende a salire. Si passa il bivio a sinistra per Due Ponti, quindi si entra nel Vallone di Franco.
Con un mezzacosta si supera l'impluvio di questo ennesimo vallone, quindi si perviene ad un panoramico colletto ove sorgono i Tetti Cucet (1501 m, 1:00 ore da Tetti Doni).
Si trascura la traccia che scende alle poche costruzioni, puntando ad ovest: oltre l'impluvio di quest'ultimo valloncello ha inizio una discesa piuttosto ripida, prima con stretti tornanti, poi con un traverso che conduce ai margini di ampi pascoli. Qui si lascia a sinistra il vecchio sentiero che porta sulla strada asfaltata e si prende il recente sentiero che continua innanzi, verso sud. Ad una biforcazione si lascia a sinistra una pista inerbita e si segue il sentiero a destra, che risale tra i prati. Ci si immette in breve sul più evidente sentiero per i pascoli di Pianard e lo si segue verso sinistra, fino al posteggio asfaltato a valle di Palanfrè. Salendo verso destra lungo la stradina asfaltata si entra tra le case di Palanfrè (1379 m, 0:40 ore da Tetti Cucet).

  • Partenza : Vernante (822 m)
  • Arrivo : Palanfrè (1379 m)
  • Comune attraversato : Vernante

Accesso stradale e parcheggi

Da Borgo San Dalmazzo si risale la Valle Vermenagna fino a Vernante, dove si svolta a destra per Palanfrè, Circa 150 metri dopo un'area pic-nic attrezzata, ci si ferma in corrispondenza di un piccolo slargo sul margine destro della strada.


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