Circuito di Erps e Cavalet

Il paese di Boréon
In passato molto vicino all’Italia, Boréon è diventato francese solo nel 1947; la via d’accesso al paese risale agli anni ’50. Questo dominio di più di 4000 ettari, antica riserva dei re d’Italia, è essenzialmente pastorale e forestale. Era un tempo frequentato dai contrabbandieri del sale.
Oggi, l’insieme di questa valle eccezionale è chiuso. Il suo sviluppo si fonda su un turismo rispettoso dell’habitat naturale.

Le stalle
Questo elemento del sistema comunitario permetteva agli abitanti della valle di far pascolare le mucche sotto controllo, per permetter loro di nutrirsi dell’erba d’altitudine in estate. Essendo così più liberi, i contadini potevano dedicarsi ad altri lavori agricoli, come fare il fieno, vicino al villaggio.
Le stalle che si incontrano lungo il percorso di Erps e del Cavalet erano utilizzate temporaneamente durante l’estate, afferma chi ne spiega le piccole dimensioni. Oggi, due allevatori lavorano ancora sul sito di Boréon, e ciascuno dei due possiede o ospita una trentina di mucche.

Le conifere
Questi alberi resinosi, dalle foglie a forma di aghi o scaglie, producono dei frutti di forma conica, da cui il nome a loro assegnato. Il larice è la sola conifera a perdere i suoi aghi in inverno. Questi sono raggruppati in ciuffi da 15 o 20. Questa specie è presente unicamente sulle Alpi. La si trova solitamente nel limite superiore della foresta, poiché necessita di luce per svilupparsi.

Il lupo (Canis lupus)
Nel 1922, il lupo ritorna in questo settore naturalmente dopo l’Italia, ma la sua presenza resta molto discreta nel parco. Vive in branchi da 4 o 6 esemplari, e ciascuno occupa un territorio circoscritto dai 200 ai 300 km².
La sua alimentazione è molto varia, con una predominanza di ungulati selvaggi (mufloni, camosci, cinghiali, cervidi) e domestici (montoni), ma si nutre anche di piccoli roditori, uccelli, insetti e vegetali (bacche selvatiche, funghi…)
Il suo ruolo di regolatore della fauna selvatica è degno di nota. Questa specie protetta dalle regolamentazioni nazionali ed internazionali trova dunque il suo posto negli equilibri naturali.

Il camoscio alpino (Rupicapra rupicapra)
Montanaro per eccellenza, il camoscio può percorrere 1000m di dislivello in 15 minuti (un escursionista impiegherebbe tre ore!). È facile trovarlo, la sua popolazione è piuttosto importante. Percorre le montagne, dalle foreste e dai prati fino alle vette.
Lo riconosciamo per le sue corna dritte e ricurve all’indietro nella parte terminale, più piccole rispetto a quelle dello stambecco. Presenta fronte e guance bianche, separate da due righe nere che vanno dalle orecchie al muso.
Descrizione
Oltrepassare gli ultimi chalet di Boréon. Alla segnalazione 371, andare a destra. Passare davanti allo chalet del Boréon e ai cartelli del Parco per seguire il GR52. Un sentiero molto ripido ma corto (30min) permette di accedere all’antica fattoria di Erps. Da lì, riprendere la segnalazione 378 e prendere a sinistra un sentiero che saliva leggermente, diventando poi in piano. Attraversare una foresta di pini silvestri che hanno colonizzato questo versante arido e caldo. Non è raro incrociare qui la silhouette gracile dei camosci, il lupo, invece, non si fa vedere.
Alla segnalazione 373, raggiungiamo la piana del Cavalet e il suo bellissimo lariceto. Proseguire l’escursione, leggermente in salita fino alla fattoria di Cavalet (b 374 e 375).
Da qui, è possibile riprendere lo stesso itinerario o optare per continuare nella stessa direzione, in piano, sulla pista di Cavalet. Questa ridiscende in seguito fino alla strada per Salèse (b399), da cui raggiungiamo il Boréon in un quarto d’ora circa.
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