Anello di Bric della Croce
1 Patrimonio da scoprire
- Storia e percorso storico
Le miniere d’uranio della Bisalta
La prima a scoprire la radioattività cuneese (la Bisalta, ma anche quella delle fonti di Lurisia) era stata Marie Curie, giunta qui nel 1918, nell'immediata conclusione della Grande Guerra. Nel 1949, poco dopo la fine del Secondo conflitto mondiale la Montecatini, acquistò la concessione per estrarvi materiali radioattivi. Un cantiere venne aperto in Val Fredda, e dal 1950 in poi iniziò l'estrazione. Nel 1952-53 arrivò un nutrito gruppo di una ventina di operai che si aggiunse ai reclutati locali, e per dieci anni la miniera funzionò a pieno regime. Fino a che nel 1960, esaurito il filone estrattivo, la Montecatini annunciò nel 1961 la chiusura, definitiva nel 1962. Oggi l’ingresso della miniera è evidenziato dai cartelli firmati dal meccanico della miniera Andrea Castellino, unico superstite di tutti i lavoratori assunti – circa una quarantina – e in seguito morti per patologie legate all’esposizione al materiale radioattivo.
Descrizione
Si prende la sterrata in salita non segnata che sale nel castagneto domestico (tralasciare bivio sulla destra pochi metri dopo la partenza). Si raggiunge Tetto Battaglia e si prosegue sul sentiero a zig-zag nel fitto bosco di castagni. Un traverso verso destra riporta all’interno del bosco prima di sfociare tra gli spazi aperti e le belle case dei Tetti Comba. Appena oltre, si abbandona la sterrata e, nei pressi di un segnale stradale di divieto si svolta a destra (tacche gialle) su via Grima. Il percorso continua in piano tra boschi di castagni e betulle, mantenendo la destra a un bivio. Si lasciano sulla sinistra alcune case ben ristrutturate e il forno della borgata. Nei pressi dei ruderi di Tetto Battaia (punto acqua), si trascura il bivio a destra e si costeggiano i resti della frazione a monte. Il percorso prosegue in piano fino a una seconda croce in legno, nei pressi dei tralicci dell’alta tensione. Seguendo le tacche gialle si mantiene ci si inoltra nel fitto bosco di faggi e betulle, a tratti in purezza. Più avanti la stradina si restringe, riprende a salire e, svoltando verso sinistra, conduce in un tratto privo di alberi (Prati Sagnas). Si continua il percorso mantenendo la sinistra a un bivio, si attraversano due impluvi, infine con una ripida rampa si raggiunge Colle Bercia, dove si segue verso sinistra (est), con alcuni lunghi tornanti. Poco prima di raggiungere Fontana Cappa, si lascia la sterrata in piano per un ripido sentiero a sinistra che conduce in breve alla vetta del Monte Croce o Rucàs. Ripreso il sentiero si raggiunge un traliccio: svoltando a destra si entra per un breve tratto nel vallone di Peveragno, ignorando poco dopo una sterrata che sale a Fontana Cappa. Svoltando ora verso sinistra (nord), si giunge a Tetti Ser o Buonasera, dove si svolta a sinistra. Mantenendo la sinistra anche al bivio successivo, si passa davanti a una caverna scavata per il sondaggio dell’uranio. Si raggiungono in discesa Tetto Cava e Tetti Fenera (fontana). La strada scende nella Val Fredda, dove si notano i resti di un ingresso delle cave di uranio della Bisalta. Si arriva quindi al Colletto di San Giovenale, dove si imbocca la sterrata sulla sinistra nel bosco. Svoltando al fondo ancor a sinistra si imbocca via Tetti Molettino, percorrendone qualche centinaio di metri fino alla strada per Castellar, che si segue fino al parcheggio.
- Partenza : Castellar di Boves (718 m)
- Arrivo : Castellar di Boves (718 m)
- Comune attraversato : Boves e Peveragno
Profilo altimetro
Accesso stradale e parcheggi
Si parcheggia la macchina nello spiazzo del vallone Sergent (cartello), che si trova 500 m dopo il cartello che indica la frazione di Castellar di Boves sulla sinistra .
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