Il trekking del Lupo - Argentera & Mercantour - Tappa 6
Randonnée Gélas. Le refuge de Soria sur le versant italien du Gélas à la fin de l'été.
Randonnée Gélas. Le refuge de Soria sur le versant italien du Gélas à la fin de l'été. - Guigo Franck - PNM
Valdieri

6. Il trekking del Lupo - Argentera & Mercantour - Tappa 6

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9 I patrimoni da scoprire

  • Il Rifugio Morelli
    Il Rifugio Morelli - Roberto Pockaj
    Architettura

    Il Rifugio Morelli Buzzi

    È il più vecchio rifugio della sezione di Cuneo del CAI. Fu costruito nel 1931, restaurato nel 1968 ed una seconda volta nel 2000. È dedicato a Giuseppe Costanzo Morelli, morto il 6 gennaio 1928 sul Monviso durante una violenta bufera di neve; in quella circostanza si prodigò fino all'ultimo per assistere il compagno di cordata, Guido Raballo, anch'egli deceduto per assideramento. In seguito, a Morelli venne associato il nome di Alvaro Buzzi, comandante dell'aeroporto militare di Torino Caselle, promotore della ristrutturazione del rifugio, deceduto prematuramente prima di poter assistere all'inaugurazione.

  • La diga del Chiotas
    La diga del Chiotas - Roberto Pockaj
    Lago

    Il Bacino del Chiotas, la Diga della Piastra e il Lago della Rovina

    Il Bacino del Chiotas è chiuso dalle due dighe del Chiotas e del Colle di Laura. La Diga del Chiotas, ad arco-gravità, è alta 130 metri ed ha un coronamento di 230 metri. Il suo spessore varia tra i 37,5 metri alla base e i 5 metri alla cima. La Diga del Colle di Laura, più piccola, è a gravità massiccia con andamento rettilineo. Ha un'altezza massima di 30 metri, con una lunghezza al coronamento di 70 metri. Il Bacino del Chiotas ha una capacità utile di 27,3 milioni di metri cubi.

  • Praterie di alta quota
    Praterie di alta quota - Cati Caballo
    Flora

    I prati rasi

    Alle quote più elevate si estendono i prati rasi, i tipici pascoli alpini; essi sono composti da specie erbacee capaci di ricoprire suoli normalmente preclusi alle specie legnose, che, a causa del periodo vegetativo molto breve, non trovano condizioni adatte per il loro sviluppo. Il pascolamento ad opera degli ungulati selvatici e, talvolta, degli ovini domestici influisce sulla loro composizione, anche se il più severo fattore di selezione delle specie è rappresentato dal clima.

  • Giovani stambecchi al Colle di Fenestrelle
    Giovani stambecchi al Colle di Fenestrelle - Roberto Pockaj
    Fauna

    Lo stambecco delle Alpi

    Il Colle di Fenestrelle, così come la zona circostante, è assai frequentato dallo stambecco.
    Lo Stambecco delle Alpi (Capra ibex), frequenta praterie alpine e pareti rocciose anche oltre i 3000 m, spingendosi nei fondovalle (purché non boscati) solo ad inizio primavera, per potersi rifocillare dopo il lungo inverno. Entrambi i sessi sono dotati di corna ad accrescimento annuale, ma di dimensione decisamente maggiore nei maschi. Il mantello, beige chiaro in estate, scurisce in inverno fino a bruno scuro.
    Stanziale, pascolatore, si nutre essenzialmente di erba, integrata da muschi, licheni e foglie di arbusti montani in particolare nel periodo invernale.

  • Il Ricovero Fenestrelle
    Il Ricovero Fenestrelle - Roberto Pockaj
    Storia e percorso storico

    Il Ricovero Fenestrelle

    I ruderi nei pressi del valico appartengono al Ricovero Fenestrelle, intitolato al Tenente Angelo Bertolotti. Costruito nel 1888 ed utilizzato fino al secondo conflitto mondiale, era in grado di ospitare un presidio di 10 uomini paglia a terra. I coniugi Boggia, nella loro guida "La Valle Gesso", indicano invece il ricovero come intitolato «alla memoria di Angelo Bortolo, del 1° Rgt. Alpini, caduto sull'Ortigara nel corso della Prima Guerra Mondiale».

  • Stambecco maschio adulto, durante la muta primaverile del mantello
    Stambecco maschio adulto, durante la muta primaverile del mantello - Roberto Pockaj
    Fauna

    Lo stambecco delle Alpi

    Il Colle di Fenestrelle, così come la zona circostante, è assai frequentato dallo stambecco.
    Lo Stambecco delle Alpi (Capra ibex), frequenta praterie alpine e pareti rocciose anche oltre i 3000 m, spingendosi nei fondovalle (purché non boscati) solo ad inizio primavera, per potersi rifocillare dopo il lungo inverno. Entrambi i sessi sono dotati di corna ad accrescimento annuale, ma di dimensione decisamente maggiore nei maschi. Il mantello, beige chiaro in estate, scurisce in inverno fino a bruno scuro.
    Stanziale, pascolatore, si nutre essenzialmente di erba, integrata da muschi, licheni e foglie di arbusti montani in particolare nel periodo invernale.

  • I resti di una cucina da campo nei pressi del Piazzale dei Cannoni
    I resti di una cucina da campo nei pressi del Piazzale dei Cannoni - Roberto Pockaj
    Storia e percorso storico

    Il Piazzale dei Cannoni

    La denominazione di Piazzale dei Cannoni, o forse meglio Piana dei Cannoni, è verosimilmente dovuta alla presenza, nel secondo conflitto mondiale, della 181° Batteria di mortai da 210/8. Le piazzole dei pezzi si trovano poco a sud della strada sterrata, lungo il pendio, anche se non facilmente identificabili. Sul lato opposto del vallone, oltre il torrente, si rinvengono i resti di probabili locali logistici e perfino di una cucina all'aperto.

  • Un gipeto in volo
    Un gipeto in volo - Michelangelo Giordano
    Fauna

    Il Gipeto

    Il Gipeto barbuto (Gypaetus barbatus), anche noto come Avvoltoio degli agnelli, ha un'apertura alare che può raggiungere i 285cm ed un peso che può superare i 6kg. Eccezionale veleggiatore, in grado di sfruttare anche la minima corrente ascensionale, è un necrofago che si nutre solamente di carcasse di animali, in prevalenza ungulati selvatici e domestici. Divoratore di ossa, cartilagini e legamenti, trasporta in volo le ossa più grandi per frantumarle lasciandole cadere sulle rocce e potersene poi cibare. Monogamo e longevo il gipeto è solito nidificare sulle pareti rocciose tra i 1000 e i 3000m di quota.

  • Un momento della liberazione dei gipeti, prima del trasporto al nido artificiale
    Un momento della liberazione dei gipeti, prima del trasporto al nido artificiale - Roberto Pockaj
    Fauna

    La reintroduzione del Gipeto

    Il Vallone della Barra è stato scelto come sede di rilascio nel progetto di reintroduzione del Gipeto barbuto sulle Alpi. Sterminato (pare che l'ultima uccisione risalga al 1913 in Valle d'Aosta) a causa della sua mole e dell'errata credenza che lo voleva implacabile predatore di ovini, è di nuovo presente sui cieli dell'arco alpino. Dal 1986 infatti ha preso inizio un progetto di reintroduzione che ha coinvolto Austria, Francia, Svizzera ed Italia; tra il 1994 e il 2015, anche nel territorio del Parco sono state rilasciate coppie di giovani gipeti con cadenza biennale (in alternanza con il parco francese del Mercantour) per un totale di 43 individui.


Descrizione

A 2342 metri d’altitudine, vicino al rifugio, procedere sulla destra seguendo il sentiero segnato in bianco e rosso N8, completato in seguito da uno arancione per arrivare a 2526 metri al Colle Chiapous. Da lì, seguire l’indicazione dei segnali, prendere a sinistra il sentiero M9. A 2497 metri, lasciare a destra il sentiero indicante Passo del Porco per restare sulla sinistra e proseguire la discesa a zigzag (segnali bianchi e rossi). Vicino alle rive del lago, dirigersi verso la diga. Girare a sinistra dopo la diga e scendere sulla strada asfaltata. Passare sotto un breve tunnel e poi salire a destra la pista carrozzabile seguendo i segnali. Passare intorno alle rive nord est e sud est del lago per arrivare rapidamente al Rifugio Genova. 

Dal Rifugio Genova, girare a sinistra prendendo la pista che procede lungo le rive del Bacino del Chiotas. Dopo aver oltrepassato il torrente, prendere sulla destra il sentiero che inzia con delle scale, seguendo la segnalazione bianca e rossa GTA Colle di Fenestrelle. Salire zigzagando su delle pendici erbose fino a un promontorio a 2300 metri, punto a partire dal quale il sentiero riscende per qualche metro (segnali bianchi e rossi, completati da uno arancione). Dopo una valle che potrebbe essere innevata cneh fuori periodo (prudenza), terminare la salita all’altopiano prima del colle, salendo sulla destra. Oltrepassare i due grandi bacini permanenti sulla sinistra e poi sulla destra prima di arrivare al Colle Fenestrelle a 2463 metri. 

Proseguire il sentiero segnato M11 bianco e rosso e giungere prima a delle rovine in basso al colle e poi su un altopiano verdeggiante a 2412 metri. Contiuare la discesa per il piacevole sentiero fino al fondo della valle Gias Alve, sotto il Rifugio Ellena Soria, a 1783 metri d’altezza. Prendere a sinistra la pista carrozzabile seguendo la segnalazione M11 GTA segnata in rosso e bianco. All’altezza di 1738 metri, possibilità di prendere a destra un sentiero non segnalato che taglia alcune curve della pista. Passare ai piedi di una cascata a 1409 m di altitudine, poi passare di fianco alla fattoria. Continuare la pista per arrivare al borgo di San Giacomo a 1202 metri d’altezza.

 

  • Partenza : Rifugio Morelli
  • Arrivo : San Giacomo d'Entracque
  • Comune attraversato : Valdieri e Entracque

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